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Emiliano a Renzi e Calenda: “Sostenetemi per radicarvi in Puglia”

Il governatore pugliese uscente, Michele Emiliano, ha gettato un “esca” per tentare di avere alle prossime regionali anche il sostegno dell’area renziana e di quella che fa capo all’ex ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, che in Puglia – secondo quanto annunciato – stanno preparando la presentazione di un proprio candidato governatore di centrosinistra, però in contrapposizione allo stesso Emiliano. Infatti, il Presidente della Regione Puglia,ospite su Rai 3 della trasmissione televisiva Agorà, ha teso pubblicamente una mano all’ex premier Matteo Renzi ed a Calenda che, avendo già annunciato di non sostenerlo nella ricandidatura alla guida della Puglia alle elezioni di settembre,  stanno preparando liste alternative di “Italia Viva” ed  “Azione” (a cui dovrebbe forse aggiungersi anche una di “più Europa” di Emma Bonino e Benedetto della Vedova) per sostenere un diverso candidato presidente. Però, per Emiliano “non c’é nessuna ragione per spaccare una idea della Puglia”. Perché – sempre secondo il governatore pugliese uscente  – “al di là delle  divergenze su Ilva e altri dossier, che sono divergenze di merito e non di orientamento ideale, si potrebbe perfettamente trovare un’intesa” anche con Renzi e Calenda. “Io ovviamente sono a loro disposizione” – ha fatto sapere Emiliano dai microfoni di Agorà, però con un rilievo: “Certo, se loro cercheranno per esempio di far vincere chi governava la Puglia vent’anni fa credo che creeranno una contraddizione forte con la loro aspirazione alle cose nuove”. E ciò, secondo il Presidente pugliese uscente del centrosinistra, “sarebbe grave anche per loro”, se pur di farlo perdere “sacrificano persino la loro possibilità di radicarsi in Puglia”, commettendo così “un errore” che, per Emiliano, sembra “catastrofico”. Ma all’ammiccamento lanciato televisivamente da Emiliano non ha tardato a far sentire la propria opinione il leader di “Azione”, l’ex ministro Calenda, che su Twitter ha già dato la sua risposta al governatore pugliese scrivendo: “Caro Michele Emiliano io sono quello
‘al soldo delle lobby del gas e del carbone’. Come puoi pensare di chiedere un’alleanza?” E, proseguendo, ha aggiunto: “D’altra parte tu sei quello di Tap, Xylella e Ilva e io davvero non riesco a pensare a nessuno peggiore di te per governare qualsiasi cosa”. Mentre dal fronte dell’ex premier Renzi non è ancora registrata risposta alcuna alla manifestata disponibilità di Emiliano per un’intesa a suo sostegno. E sarà, verosimilmente, difficile che una qualsiasi risposta, sia in senso positivo che negativo, arrivi dall’area renziana, perché è assai probabile che Renzi non intenda neppure commentare la recente manifestata disponibilità del governatore pugliese, perché probabilmente aveva già deciso da tempo di non dare il suo appoggio alla ricandidatura a governatore di Emiliano in Puglia. Infatti, come si ricorderà, il Presidente uscente della Regione Puglia al tempo in cui Renzi era segretario del Pd e capo del Governo (febbraio 2014 – dicembre 2016) è entrato più volte in rotta di collisione con l’ex leader del Pd ed ora di “Italia Viva”, al punto da sfidarlo successivamente anche nella scalata alla riconferma della segreteria nazionale del Pd, dopo le dimissioni da premier per il flop al referendum confermativo della tentata riforma costituzionale renziana. Quindi, il leader di “Italia Viva” conosce forse di più e meglio di Calenda il modo di agire del governatore pugliese uscente, per cui verosimilmente non darà alcun peso alla sua recente proposta di prospettata possibilità d’intesa per le prossime regionali. Infatti, Renzi in passato, da segretario del Pd, ha già sperimentato personalmente l’affidabilità politica di Emiliano e sa bene che la sua offerta di dar maggiore spazio in Puglia al radicamento di “Italia Viva” ed “Azione” altro non sarebbe che la possibile “esca” di un amo assai pericoloso per chi abbocca. Infatti, in precedenza, quando la stessa ipotesi doveva valere per il Pd pugliese, con Emiliano segretario regionale di  quel partito, proprio il prospettato consolidamento si è tramutato alla fine in un consolidato sconquasso.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 13 Giugno 2020

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