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Iniziata con la cerimonia ufficiale di reincarico l’era barese del “Decaro-bis”

 

Per la città di Bari è iniziato ufficialmente ieri pomeriggio il “Decaro bis”. Ossia il secondo mandato, per il riconfermato Antonio Decaro a Primo cittadino barese, conseguito con oltre il 66% dei consensi alle elezioni del 26 maggio scorso. Infatti, la cerimonia di proclamazione, svoltasi nell’aula “Dalfino” del Palazzo comunale di corso Vittorio Emanuele, è avvenuta alla presenza di numerosi dipendenti comunali, ma anche di alcuni semplici cittadini, oltre che di alcuni riconfermati consiglieri, di qualche neo eletto ed anche di qualche non eletto. Il rieletto sindaco di Bari, che è anche presidente nazionale dell’Anci (Associazione nazionale Comuni d’Italia), dopo re-investitura con la fascia tricolore, ha dichiarato: “Grazie a tutti voi qui presenti, grazie ai tantissimi baresi che oggi mi fanno rivivere l’emozione di essere di nuovo sindaco” Il 50° sindaco della Città di Bari, come egli stesso ci ha tenuto ha sottolineare. Ma, oltre all’emozione di essere nuovamente sindaco per la seconda volta, Decaro ha affermato anche di avvertire “una grande responsabilità”, perché leggendo il suo nome accanto a quello di sindaci illustri che hanno guidato la comunità barese dall’Unità di Italia ad oggi (ed il suo pensiero – a suo dire – è andato  ai primi sindaci: a Giuseppe Capruzzi, Paolo Lembo, Giuseppe Re David, Giandomenico Petroni), si è posto una serie di domande: “Cosa ho fatto per meritarmi Bari?”, “Cosa ho fatto per meritare l’affetto e la fiducia dei nostri concittadini?”, “Cosa ho fatto per poter indossare ancora una volta questa fascia tricolore?” Di certo nel suo discorso non si è dato anche le risposte, dando evidentemente per scontato che quella dell’esito elettorale possa essere l’unica risposta onnicomprensiva a tali interrogativi suoi e forse anche di alcuni di coloro che alle recenti elezioni non lo hanno votato. Una fascia, quella re-indossata da Decaro, che comunquerappresenta  per lui “il simbolo delle gioie e delle fatiche di essere sindaco, è anche il simbolo dell’unità del Paese, da nord a sud, piccole e grandi comunità, da Roma, la capitale con milioni di abitanti, al Comune di Moncenisio, il Comune più piccolo, con soli 29 cittadini”. E, dopo aver ricordato la definizione di “condizione spirituale” attribuita da papa Francesco ai sindaci con riferimento al lavoro da essi svolto, Decaro ha ricordato i trascorsi primi cinque anni per le tante soddisfazioni, ma anche preoccupazioni, oltre che – a volte – per la stanchezza che ha dovuto affrontare nel ruolo di Primo cittadino. E, nel revocare le fatiche che i sindaci sono spesso chiamati ad affrontare, il riconfermato sindaco ha ricordato anche “il nome di Enrico Dalfino, un sindaco che ha insegnato a questa città il significato della parola umanità e cosa significhi essere un rappresentante delle istituzioni con la schiena dritta”. Ed a sindaci come Dalfino o come Emanuele Crestini, il sindaco di Rocca di Papa, morto proprio nella mattina di venerdì a seguito dell’esplosione della palazzina in cui era entrato per salvare alcuni suoi concittadini, Decaro ha dichiarato di voler dedicare il giorno della sua seconda proclamazione a sindaco ed il suo impegno nelle istituzioni. Infatti, egli ha poi detto: “Al sindaco Crestini vanno l’applauso e il saluto della città di Bari, a lui che è uno degli eroi quotidiani del nostro Paese”. Proseguendo con il suo discorso Decaro ha anche affermato: “Consegnandomi l’onore di indossare questa fascia, per la seconda volta, i baresi mi hanno detto: ‘Antonio, vai avanti’. Io, oggi, dico loro: “Io da solo non posso andare da nessuna parte, andiamo avanti insieme”, promettendo “di non voltare mai le spalle” alla sua città e ai baresi. Quindi, ha sottolineato l’appena riconfermato sindaco: “Cerchiamo, come abbiamo sempre fatto, di essere sinceri l’uno con gli altri, anche quando sbaglieremo, anche quando  non riusciremo a rispettare gli impegni. Teniamo insieme la schiena dritta e continuiamo a guardare negli occhi chi non ama questa città, chi la violenta, la deruba, chi ne uccide il futuro, non insegnando ai nostri bambini la differenza tra il bene e il male”. Dopo l’eclatante risultato elettorale qualcuno ha sostenuto che ora il riconfermato sindaco nei prossimi cinque anni potrebbe fare quello che vuole a Bari. Invece, Decaro nel suo discorso di re insediamento ha affermato: “Ogni volta che mi siedo alla mia scrivania, ogni volta che entro in questa stanza, ogni volta che firmo una delibera, ogni volta che indosso questa fascia, non esiste più ‘quello che voglio’. Non esistono più i desideri del cittadino Antonio Decaro. Esiste solo il sindaco della città di Bari che deve adempiere alla sua funzione pubblica con disciplina ed onore”. Ed ancora: “Sono il sindaco di chi mi ha votato, dunque, ma ancora di più, sempre di più, sono il sindaco di chi non mi ha votato, di chi mi critica, di chi mi contesta. Il sindaco di chi non ce la fa, di chi è rimasto indietro, di chi è deluso, di chi è emarginato, di chi è discriminato per le sue condizioni economiche, sociali, culturali”. Ma Decaro, a conclusione del suo discorso di re insediamento, con i buoni propositi è andato anche oltre. Infatti, ci ha tenuto a sottolineare: “Sono il sindaco di chi è fuori da quest’aula, e non applaude alla mia rielezione, ma spera ugualmente che io faccia di più e faccia meglio di prima, che io riesca a migliorare la sua vita e quella dei suoi cari.Altro che fare quello che voglio”, poiché “la responsabilità, la disciplina e l’onore mi impongono di fare quello che vogliono loro, i cittadini più deboli della mia città”. Ed è a questi ultimi che ha dichiarato di voler dedicare “questo risultato” ed “il lavoro dei prossimi cinque anni”. Al termine dei quali – come è noto – non si potrà più ricandidare a Primo cittadino, ma si potrà invece constatare effettivamente se ha mantenuto fede a quanto dichiarato nel suo recente discorso di re-investitura, oppure no. Infatti, l’effettiva stima ed apprezzamento di un sindaco da parte dei suoi concittadini – come ebbe ad affermare un Primo cittadino barese predecessore di Decaro – “la si può constatare realmente solo quando egli non sarà più in auge”. E cioè quando, avendo concluso il mandato, si potrà scoprire quanti dei tanti concittadini che da sindaco gli sono stati vicino continueranno a riservare considerazione e rispetto e quanti invece si dimenticheranno rapidamente  anche di rivolgere un semplice saluto.

 

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 22 Giugno 2019

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