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Una città in gabbia: cancelli antivandali in piazza Umberto

Un progetto immediato di riqualificazione in collaborazione con Universita’ e Politecnico e se necessario la recinzione di tutta l’area per prevenire vandalismo e delinquenza. Sono le proposte rilanciate dal centrodestra barese per l’emergenza di piazza Umberto. Nel corso di una conferenza stampa il Popolo della Libertà ha accusato l’amministrazione municipale guidata per la seconda volta da Michele Emiliano di aver abbandonato gli storici giardini del centro di Bari trasformandoli di fatto in un luogo per bivacchi, risse, spaccio di droga e non a misura di famiglie, studenti e cittadini. Gli esponenti del centrodestra, per questo, hanno anche incontrato il Prefetto e il Questore di Bari per chiedere un potenziamento della presenza di forze dell’ordine non essendo più sufficiente l’unica pattuglia di polizia municipale che presidia l’intera piazza. E bolla come ”razziste” le dichiarazioni del sindaco Michele Emiliano che nei giorni scorsi ha motivato lo stato di degrado della piazza per la presenza in citta’ del Centro di Accoglienza e Riconoscimento (Cara) che ospita gli extracomunitari richiedenti asilo politico. Intanto, il comitato di piazza Umberto ha avviato da sabato scorso in una dozzina di negozi ed esercizi commerciali della zona una raccolta firme per sollecitare il Comune con risposte immediate. Insomma, vorrebbero far rinascere piazza Umberto i cittadini baresi, ormai abbandonata e lasciata nel degrado assoluto. Pochissimi i controlli, secondo i residenti, per prevenire gli atti di vandalismo e delinquenza che hanno portato ad una situazione ogni giorno che passa più difficile da risolvere. Infatti le richieste dei residenti sono molto chiare, partendo da una riqualificazione della piazza, con la manutenzione dei giardini, la risistemazione degli edifici che sorgono sulla piazza, la riparazione delle giostre per bambini danneggiate dai vandali. Di conseguenza richiedono anche maggiori controlli da parte delle forze dell’ ordine, con la speranza che anche i cittadini possano rispettare il loro “patrimonio culturale”, ossia quello che viene considerato il “salotto verde” del murattiano.Il centrodestra della città barese è già all’ opera per risolvere il problema, tramite un progetto di riaqualificazione in collaborazione con Universita’ e Politecnico per la recinzione di tutta l’ area. I rappresentanti dei partiti all’Opposizione in Aula Consigliare hanno anche chiesto un potenziamento della presenza di forze dell’ ordine non essendo più sufficiente l’ unica pattuglia di polizia municipale che presidia l’ intera piazza. “Lo stato di abbandono in cui versa Bari sta assumendo caratteri sempre più pesanti. La sicurezza dei cittadini e dei loro beni è sempre più a rischio, mentre si diffonde a macchia d’ olio il degrado sociale”, ha dichiarato il vicecapogruppo PdL alla Regione Puglia, Massimo Cassano. Il coordinatore cittadino Luigi d’ Ambrosio Lettieri, dal canto suo, ha voluto schierarsi a favore dei cittadini baresi e si è rivolto al Sindaco per far smuovere la situazione. “La non-risposta del Sindaco Emiliano alla legittima richiesta del Comitato Piazza Umberto di intervenire per mettere fine alla insostenibile situazione di degrado e di assenza di sicurezza in cui versa tutta l’ area che sembra ormai terra di nessuno, lascia quantomeno interdetti”, afferma d’ Ambrosio Lettieri “Il Sindaco si nasconde dietro l’ alibi intollerabile dell’ esistenza in città di un centro di accoglienza richiedenti asilo utilizzando gli extracomunitari come foglia di fico per nascondere la manifesta e cronica assenza dell’ amministrazione comunale nella cura della città e della cosa pubblica. Il problema non è vietare, ma far rispettare le regole di civile convivenza, ripristinando la legalità e garantendo a tutti i cittadini il diritto a fruirne in sicurezza”. Da precisare, però, che l’azione del comitato a difesa della storica piazza centrale della Città non ha alcun colore politico: si tratta di insistere a Palazzo di Città per vedere realizzato il restyling dei giardini.

 

Francesco De Martino

 

 


Pubblicato il 8 Gennaio 2013

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