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A che titolo si cambia il nome ad una piazza?

Le nove Circoscrizioni di Bari (esattamente come i futuri 5 Municipi con cui Emiliano le vorrebbe sostituire), non sono soltanto prive di autonomia di spesa, ma non possono decidere esclusivamente neanche su questioni prive d’impegni di spesa e strettamente localistiche, come l’intitolazione di una piazza. Infatti – secondo un cittadino di Santo Spirito – anche per decisioni banali come quelle per la toponomastica, l’amministrazione Emiliano non tralascia di fare clientelismo becero, al punto da rasentare il ridicolo. Il fatto riguarda il cambiamento del nome ad una piazza principale di Santo Spirito. Nel 2009 la Prima circoscrizione, a seguito di segnalazioni, aveva chiesto al Comune di intitolare una strada di Santo Spirito al compianto maestro Giuseppe Vacca che, alla fine degli anni Cinquanta, era stato  delegato sindaco della ex-frazione.Vacca, infatti, fu uno dei politici locali tra i più apprezzati ed amati dai suoi concittadini, per l’impegno e dinamismo nel risolvere alcuni problemi dell’allora piccola frazione. L’assessore alla toponomastica della prima amministrazione Emiliano, Antonella Rinella, rigettò tale proposta con la seguente motivazione: “ogni iniziativa di sostituzione od intitolazione di strade, deve avvenire con provvedimenti amministrativi che necessitano di autorizzazioni prefettizie e frequentemente la prefettura ha ribadito di non sottovalutare le conseguenze, sia per i cittadini che per i diversi servizi pubblici, derivate da eventuali variazioni di denominazioni stradali”.Di recente, però, è accaduto che l’odierno assessore al decentramento, Filippo Barattolo dell’Udc, con delibera del 21 settembre scorso, ha cambiato il nome alla storica “piazza Roma” di Santo Spirito, cioè quella  antistante il mercato coperto, che comprende la rotonda che si affaccia nel porto, per intestarla ad una tal defunta Concettina Ghiro, in arte infermiera, con la seguente motivazione: “a ricordo imperituro della Signora Concettina Ghiro, deceduta il 3.2.2001, la cui memoria è ancora viva nella cittadinanza per le sue doti di umanità e per l’amore verso il prossimo manifestato in tanti anni di instancabile lavoro”. Inoltre, si legge nella delibera, “ …  omettere il parere di regolarità contabile in relazione al contenuto della proposta stessa che non comporta in alcun modo impegno di spesa in senso tecnico e comunque future incidenze negli equilibri di bilancio”.La suddetta delibera ha scatenato, però, l’indignazione di centinaia di cittadini, che hanno contestato la superficialità con cui l’aministrazione Emiliano ha deciso di dedicare la suddetta area ad una comune cittadina. Infatti, molti santospiritesi hanno sottoscritto una nota di protesta alla Prefettura, per chiedere di “non autorizzare” la nuova denominazione, per mancanza dei presupposti  previsti dalla normativa per l’intitolazione toponima.Infatti, i contestatori della delibera di giunta n. 553 del 21 settembre 2011, che ha cambiato nome a pizza Roma,  reputano le motivazioni addotte insufficienti e prive di spessore sociale, culturale e storico, così come recita l’art. 2 comma (a) e l’art. 7 del vigente regolamento per la toponomastica deliberato dal Consiglio Comunale al n. 65 del 12 Agosto 2010.A Santo Spirito, infatti, molti cittadini sono convinti che l’intitolazione della piazza a “Concettina Ghiro” è stata effettuata verosimilmente solo per accontentare un nipote della defunta, che alle amministrative del 2009 è stato candidato alla Provincia nella lista dell’Udc. Partito di cui è attualmente segretario provinciale  proprio l’assessore alla toponomastica, Barattolo che, guarda caso, è quello che ha preso l’iniziativa di cambiare nome a piazza Roma.A sostegno della loro tesi gli “indignati” della decisione dicono che Barattolo, per dare comunque una giustificazione al cambiamento di nome alla piazza, in delibera inoltre motiva: “Atteso che nella Prima Circoscrizione, e segnatamente nella località Santo Spirito, e già presente un’altra area di circolazione denominata via Roma”. Una motivazione a dir poco paradossale – sostiene qualche bene informato sulla toponomstica locale – tenuto conto che, se detta ragione fosse da prendere in considerazione seriamente, allora l’assessore dovrebbe proporre il cambiamento di nome a tanti altri casi di omonomia nei toponimi cittadini. “Anzi – rileva uno dei contestatori della nuova denominazione – pure a Palese c’è una piazza ed una via che hanno la stessa denominazione.” Ed aggiunge: “ Sarebbe un esempio di coerenza operativa per Barattolo che gli consentirebbe pure di smontare le accuse di becero favoritismo clientelare rivoltegli per “piazza Ghiro” visto che la comunanza di nome a Palese attiene a piazza e via Capitaneo. E come è noto, nel 2009 a capeggiare la lista dell’Udc al Comune c’era proprio una Capitaneo.”Di solito, concessione di posti di lavoro, incarichi professionali e nomine sono i favori più frequenti per fare clientele in politica. Immaginare, però, che si potessero  fare clientele anche con la toponomastica, è fatto assai raro. Ma a Bari, con l’amministrazione di Michele Emiliano, non si può escludere che avvenga anche ciò. E questo di Santo Spirito ne è un esempio.
 
m.b.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 14 Dicembre 2011

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