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Acquedotto Pugliese: “Ancora una volta Emiliano sfugge al confronto”

“AAA cercasi Michele Emiliano e Simeone Di Cagno Abbrescia disperatamente”, il proclama da tappezzare l’intera Regione Puglia per rintracciare chi amministra (male) l’ex Ente Autonomo Acquedotto Pugliese. Ad attivare la ricerca la consigliera regionale Cinquestelle Antonella Laricchia che da mesi attendeva la calendarizzazione delle audizioni richieste per fare chiarezza sulle nomine di AQP, ma anche ieri i due amministratori non si sono presentati. L’ennesima prova della gestione del Presidente della Regione Emiliano, caratterizzata dall’inizio della legislatura da “scarsa trasparenza e poco rispetto nei confronti del Consiglio Regionale”, attacca a testa bassa la consigliera Laricchia dopo le audizioni  in V Commissione dell’Amministratore delegato di AQP Nicola De Sanctis, del direttore commerciale Vincenzo Silvano, dell’ANCI Puglia e di alcune organizzazioni rappresentative dei condomini, richieste dallo stesso Movimento 5Stelle. “Avremmo voluto porre ad Emiliano domande precise sulla ripubblicizzazione dell’ente  – ha continuato la Laricchia – ma ancora una volta il Presidente sfugge al confronto, come già accaduto nell’aula del Consiglio . Così come dal momento dell’insediamento non abbiamo ancora sentito una parola sul futuro dell’Acquedotto pugliese da parte del Presidente Di Cagno Abbrescia”. Ma non basta. “ Per De Sanctis – incalza Laricchia – la disponibilità dell’ acqua in Puglia è al di sopra della media nazionale, allora ci chiediamo perché tante famiglie che vivono ai piani alti della Città di Bari, con particolare riguardo al Borgo Antico, continuino a non riceverla. Una problematica sottolineata anche dagli amministratori di condominio, che si sono trovati a dover far fronte alle legittime richieste dei cittadini baresi, a cui da un momento all’altro dallo scorso novembre è stata ridotta la pressione senza un’adeguata comunicazione. Tra le criticità segnalate c’è anche il taglio della fornitura dell’acqua dopo il mancato pagamento di due bollette, una misura eccessiva perché a tutti va garantito l’accesso all’acqua. Auspichiamo anche che la Regione – ha rimarcato la pentastellata – si occupi di programmare azioni per poter finalmente portare l’acqua in tutti gli abitati che AQP non riesce a raggiungere. Per questo abbiamo chiesto all’ANCI una mappatura di tutti questi insediamenti urbani, che ci auguriamo venga fornita al più presto. L’acqua è un diritto che va garantito a tutti e AQP non può continuare a essere gestito da Emiliano solo pensando ai suoi scopi politici”. E allora, perché, invece di rincorrere nomine e segreteria di partito, apparendo dappertutto, il capo della giunta Emiliano non pensa a cose serie, per il popolo pugliese? Su un bene prezioso come l’acqua, per esempio, il Movimento 5 Stelle ha chiesto di ascoltarlo direttamente in II Commissione regionale (Affari generali e personale) da quasi due anni per definire – …e una volta per tutte – l’iter per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese. Proprio per questo non sono consentiti ulteriori ritardi sul tema, per cui non ci saranno più sconti dopo l’invito rivolto ieri a Emiliano e Di Cagno Abbrescia. Dando finalmente seguito alla volontà dei cittadini, troppo spesso accantonata dalle <<sviste>> della politica ed a seguire le linee di un lavoro coordinato, che abbia come obiettivo comune quello di rendere pubblico un ente su cui ruotano interessi che fanno gola a molti. Un passo indietro. La consigliera penta stellata già a fine 2016 aveva inviato una missiva diretta all’assessore regionale Gianni Giannini e al presidente Emiliano, chiedendo al governo regionale di rispettare l’impegno preso ad agosto di due anni fa allorquando il Consiglio, all’unanimità, aveva approvato la mozione del Movimento 5Stelle. Una mozione che chiedeva, appunto, l’istituzione d’un tavolo tecnico paritetico composto dalle istituzioni e da attivisti del Forum dell’Acqua Pubblica per ipotizzare il futuro dell’Acquedotto Pugliese, rispettoso dell’esito del Referendum 2011. “Non possiamo lasciar trascorrere altro tempo – tagliavano corto i consiglieri di Minoranza – prima di avviare un processo partecipato per dare seguito al risultato del referendum di cinque anni fa, con cui i cittadini pugliesi hanno espresso la volontà di abrogare le leggi per la privatizzazione dell’acqua e quindi ripubblicizzare il nostro Acquedotto Pugliese”. Anche in aula è stata ribadita la intenzione di ridar voce al tavolo composto da istituzioni e attivisti del Forum dell’Acqua Pubblica a cui la Regione potrebbe far intervenire il professor Alberto Lucarelli, l’unica persona in Italia ad aver concluso con successo la pubblicizzazione di un ente dell’acqua come l’ARIN Spa di Napoli, trasformato nell’ente pubblico “Acqua bene comune Napoli”. E invece tutto tace da via Cognetti, anche se per il governatore pugliese “…il servizio idrico deve essere privo di rilevanza economica, e gestito da un ente di diritto pubblico con la più ampia partecipazione della cittadinanza nella gestione e nel controllo”. Quanta acqua dovrà passare ancora sotto ai ponti prima che dalle solite, belle parole di Emiliano si passi ai fatti?

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 19 Luglio 2018

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